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Il blog di Alessandro Palmisano



sabato, gennaio 05, 2008

Pensieri sparsi - La società della finanza

La società industriale, quella nata con l'omonima Rivoluzione, era la società della produzione delle merci; il marchio era solamente il segno distintivo delle merci prodotte dall'industria.

Nella società post-industriale, il marchio è diventato, esso stesso, un bene immateriale che può formare oggetto di scambio. Merchandising e licensing sono solo due degli innumerevoli esempi possibili.

Oggi, ci dicono, siamo nella società dell'informazione. Ma siamo anche nell'era della finanza. La società della finanza, che viene dopo quella dell'industria, ha caratteristiche ancor più complicate di quanto il riferimento ai prodotti finanziari e ai brand non possa far cogliere. Il primo, è anzitutto il distacco della funzione imprenditoriale dai singoli settori produttivi. Un tempo il grande capitale era monosettoriale: si occupava di un determinato settore dell'industria o del commercio o dei servizi; era, rispettivamente, capitale industriale, o commerciale, o bancario. Oggi, il capitale passa repentinamente da un settore all'altro. L'imprenditorialità si presenta oggi come capacità imprenditoriale allo stato puro, non più legata a determinati prodotti o mercati.

Nella società della finanza la tecnologia industriale è sostituita dalla tecnica contrattuale: i prodotti finanziari prendono vita solo in virtu' dell'uso sapiente dei concetti giuridici. Un tempo i contratti servivano solo per far circolare le cose, ma oggi servono anche per farle. In concreto: un buon giurista d'impresa può creare valore così come Mozart creava musica ordinando le note in modo sapiente.

Un'accorta combinazione di parole, perché i contratti sono fatti di parole, crea a questo modo ricchezza. L'antica alchimia mancò l'obiettivo di produrre dal nulla l'oro; questa nuova alchimia giuridica ci è riuscita.

Oggi puoi trasformare un investimento in immobili in una cosa mobile, destinata al mercato dei valori mobiliari. La tecnica giuridica è potuta giungere a tanto: è bastato invetare un titolo che consentisse l'incorporazione in un documento la qualità di associato in partecipazione ad una impresa immobiliare.

I prodotti finanziari non sono prodotti metaforici: per contratto si possono creare veri e propri beni, ad esempio gli immobili in multiproprietà. Si è cosi' creato un nuovo bene; che non è prodotto dell'industria, ma della fantasia finanziaria: ed è una bene a quattro dimensioni, che non ha confini solo nello spazio, ma anche nel tempo.

Il futuro, ha un cuore antico; e già circa cento anni fa McLeod scriveva: "se mi venisse chiesto quale scoperta abbia più profondamente influenzato le fortune dell'umanità, si potrebbe probabilmente dichiarare: la scoperta che il debito è una merce vendibile". Pensate ai titoli del debito pubblico, che in Italia raggiungono un importo superiore al valore del PIL.

E l'aumento dello stesso prodotto interno lordo di una Nazione non è più una variabile dipendente dall'aumento della produzione industriale. Cito Alan Greenspan: "l'aumento dei componenti non fisici del PIL; vale a dire quello che riflette il progresso della cultura e delle idee, è in grado di spiegare a questo punto la maggior part dell'incremento del prodotto interno degli USA e presumibilmente di tutti i Paesi industrializzati".



[Continua...]

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