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Il blog di Alessandro Palmisano



sabato, ottobre 04, 2008

Apple, ovvero il modo migliore per entrare in una recessione

Il piano anticrisi USA è passato sia al Senato che alla Camera. Con questa manovra, il Governo metterà a disposizione circa 850 miliardi di dollari per rendere più lieve la recessione inevitabile alla quale stanno per andare incontro gli Stati Uniti (e il resto del mondo) a seguito dell'effetto subprime.

Quali gli impatti su Apple che, dalla fine del 2002, in Borsa, non ha conosciuto declini, passando da un valore di 7 a quasi 200 dollari? Sicuramente la crisi causerà un rallentamento dei consumi, come è classico nelle recessioni. Ma impatti duraturi sull'azienda? Quando arriva una forte recessione, una società è già tanto se resta sul mercato senza essere spazzata via. Sebbene per una realtà multinazionale come Apple questo discorso valga meno, diciamo che la casa di Cupertino ha un vantaggio competitivo che in questa fase molti, moltissimi vorrebbero avere.

Questa volta non parlo della solita e notissima superiorità del prodotto, di una forte brand awareness o di un CEO illuminato che fa la differenza. Parlo di cash, di liquidità. Le casse di Apple dispongono della bellezza di 20 miliardi di dollari circa, tra depositi e investimenti a breve termine. 20 miliardi, da noi ci si fanno 2-3 manovre finanziarie.

Sono anni che analisti ed esperti si domandano come Apple investirà una simile mole di danaro sonante. "Un'acquisizione di software, anzi no un social network, anzi no un concorrente, e perché no un dividendo?" sono ipotesi più o meno campate per aria che da anni circolano tra i siti specializzati.

La realtà è che il denaro contante potrà servire come risorsa strategica per affrontare con serenità trimestri duri, mesi di pareggio o magari di perdita, per continuare a finanziare Ricerca e Sviluppo ai massimi livelli, evitando di tagliare teste pensanti; potranno servire per continuare a investire in marketing e nel trade in periodi neri, durante i quali gli investimenti dei concorrenti si ridurranno a una frazione rispetto ad oggi. E potranno sicuramente servire per acquistare merce in quantità dai fornitori di elettronica a prezzi stracciati.

Il capitale è un fattore di produzione che, per la prima volta dal Dopoguerra, non è mai stato così scarso quanto oggi: le banche stesse non si fidano a prestarlo. È notizia di oggi che Unicredit domani terrà un CdA straordinario per decidere di erogare un dividendo azionario piuttosto che monetario; i 3 miliardi di euro di utile distribuibile saranno conservati per rafforzare il patrimonio societario. Si preferisce diluire la proprietà, decisione quasi storica.

Apple è arrivata all'inizio di questa recessione avendo accumulato in quantità un fattore oggi scarso.

Oggi un'azione Apple vale 97 dollari, con una capitalizzazione di mercato di 86 miliardi di dollari. Fatte le debite proprorzioni, significa che ogni azione incorpora un valore monetario di 22,30 $. Ancora non siamo ai minimi sicuramente. Ma presto tornerà ad essere un titolo appetibile da acquistare: al di là di quanti iPhone o Mac si venderanno a Natale e nel prossimo semestre, mi aspetto che nei prossimi 3 anni farà meglio del mercato.

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