Net Sourcer

Il blog di Alessandro Palmisano



lunedì, gennaio 29, 2007

Due chiacchiere con Guy Kawasaki



Articolo che ho pubblicato oggi su ilMac.net. Lo riporto qui, integrandolo con ulteriori considerazioni.


Ho avuto la possibilità di condividere qualche piccola riflessione con Guy Kawasaki, con il quale sono rimasto in contatto dopo aver recensito la versione italiana del suo best-seller "The art of the start". In plain text le mie personali riflessioni. In corsivo, invece, le opinioni di Guy.

Ho apprezzato molto il tuo libro. Particolarmente pragmatico, praticamente un manuale. Mirevole l'uso di lessico chiaro e diretto, senza troppi fronzoli. Dall'impostazione del testo, ma anche dai tuoi public speeches, è chiaro che non ti piacciono le perifrasi per esprimere le tue idee. Sicuramente questo libro può essere classificato come la "pecora nera" tra i tanti libri sul venture capital pubblicati qui in Italia...

Alessandro, mi fa piacere essere considerato una pecora nera. Mi piace questo posizionamento rispetto agli altri!

Nel tuo libro hai fatto spesso riferimento alla storia di Apple, dato che sei stato uno degli uomini chiave che hanno contribuito alla diffusione del Mac a livello planetario. Penso che se Steve Jobs e Wozniak fossero nati in Italia, il nostro sistema, la nostra politica fiscale, nonché il nostro establishment non avrebbe mai consentito loro di creare un impero miliardario partendo da un piccolo garage. La Guardia di Finanza avrebbe fatto chiudere loro "baracche e burattini" nell'arco di pochi giorni a causa della mancanza di licenze commerciali e autorizzazioni varie. Troppa burocrazia può davvero rompere quel flusso innovativo e creativo insito nello spirito imprenditoriale. Se abiti qui, e sei giovane lo senti a pelle. In Italia, costituire una società a responsabilità limitata arriva a costare 5.000-6.000 euro, cifre 10-20 volte superiori rispetto ai costi che si sostengono nei paesi anglosassoni.

Tutto ciò è la causa della mancanza del giusto terreno fertile e della forma mentis che è fondamentale per dare impulso ai nuovi e giovani talenti, coloro che vogliono vivere secondo il motto di Jobs "stay hungry, stay foolish". Quanto alle attività di venture capital, ti accorgi di come vi siano solide barriere tra le idee e i circuiti di accesso al capitale.

Non credo sia un caso che la maggior parte delle innovazioni di rottura (breakthrough innovations), come Google e YouTube abbiano trovato solo negli Stati Uniti il terreno fertile per nascere e crescere.

La mia speranza è che il Web 2.0 riesca a contribuire a creare più startup di successo anche in Italia. Questo tipo di iniziative, molto spesso, non richiedono poi enormi somme in termini di investimento iniziale. Pare che già qualcosa cominci a muoversi nello stivale. Un esempio, di queste settimane, è sicuramente www.duespaghi.it. Due ragazzi hanno intenzione di creare una sorta di "de.li.cio.us" dei ristoranti. Hanno intenzione di creare una guida on line che porti alla scoperta dei migliori posti dove poter degustare un pranzo o una cena, il tutto basandosi sulle preferenze personali dell'utente. L'intero processo è reso possibile grazie ad un reccomendation engine pilotato dalla users' experience.

In conclusione, Guy, vorrei chiederti cosa ne pensi circa l'eventualità dello scoppio della bolla del Web 2.0; secondo te, il fatto che queste imprese non corrano verso la quotazione in Borsa, come invece avveniva nel 2000, eviterà lo stillicidio finanziario che è avvenuto 6 anni fa?

Credo che sicuramente avremo una bolla del Web 2.0. Personalmente non credo che avere una nuova bolla sia un evento così negativo. Una volta che sarà scoppiata, alcune buone società saranno ancora lì, vive e vegete. Di sicuro la mancanza di quotazioni in Borsa da parte di queste imprese ridurrà il rischio di debacle finanziarie, tuttavia non riuscirà ad eliminarlo del tutto.

Insomma, una chiara visione di mercato che ristabilisce l'efficienza, facendo piazza pulita di tutto ciò che è marcio.

Esatto.

Grazie mille Guy, per questa chiacchierata.

Grazie a te per le belle parole sul mio libro. Spero che anche tu possa cambiare il mondo!


Certo che avere la benedizione di Guy Kawasaki non capita tutti i giorni. Vorrà dire che mi terrò un suo santino nel portafoglio... Ma se uno studentaccio di marketing fuoricorso come il sottoscritto può abbattere ogni barriera e fare quattro chiacchiere con uno dei più influenti venture capitalist del mondo, come se fossimo stati al bar, almeno per oggi, il mio pezzettino di mondo, l'ho cambiato. E vado a dormire più contento. ;-)

domenica, gennaio 28, 2007

Bersani, decreti e TFR

Il pacchetto Bersani e la scelte relative alla destinazione del TFR sono due argomenti caldi del momento nel nostro Paese.

Ne parla Antonio su Finanza Facile, con la compentenza di sempre.

martedì, gennaio 23, 2007

Google BadWords

Ma secondo voi, in Apple Italia, chi è che gestisce le campagne su Google AdWords e ne crea i relativi annunci?

Secondo me delocalizzano quest'attività all'estero, con risultati che potete ammirare qui sotto.

domenica, gennaio 21, 2007

P2P: storica sentenza della Cassazione

Non è reato scaricare da Internet musica, film o programmi tutelati dal diritto d’autore. Purché non venga fatto «per scopo di lucro». In parole molto povere: va bene «risparmiare » (con buona pace della Siae), non va bene «guadagnare » dall’operazione di download. A fare la gioia degli «scaricatori seriali» è la Terza sezione penale della Corte di Cassazione che, con la sentenza numero 149 del 9 gennaio scorso, ha annullato la condanna a 3 mesi e 10 giorni di reclusione inflitta dalla Corte d’Appello di Torino a E.R. e C.F. per violazione della legge sul copyright. I fatti risalgono al ’99, quando i due, all’epoca studenti, avevano creato sul pc di un’associazione del Politecnico di Torino una rete «peer to peer» (da pari a pari) per scambiare file con altre persone collegate a Internet. Secondo i giudici piemontesi i ragazzi avevano violato gli articoli 171 bis e 171 ter della legge sul diritto d’autore (la 633/41) che punisce chi, «a scopo di lucro», diffonde o duplica contenuti multimediali protetti dal copyright.

Fonte: Corriere.it

giovedì, gennaio 18, 2007

Apple Inc.

Il 9 gennaio, durante il tradizionale Keynote del MacWorld Expo, Steve Jobs ha cancellato con un colpo di spugna la dicitura "Computer" all'interno della ragione sociale della società di Cupertino, che si chiama ora "Apple Inc.". Piccolo grande passo di comunicazione istituzionale per preparsi a varcare le soglie del mercato telefonia cellulare con l'iPhone. Ma c'è di più.

Se prendo i dati trimestrali di vendita dei prodotti Apple scopro che:

- i ricavi sono stati 7,1 miliardi di dollari
- 4,06 sono i miliardi di dollari generati dalla vendita di iPod e di prodotti musicali

Il 57% delle entrate di Apple, nell'ultimo trimestre del 2006 non sono state generate da personal computer. Questa è la svolta.

Altri dettagli sulla trimestrale su ilMac.net

sabato, gennaio 13, 2007

Testing the new iPhone



Nottata lunga, fitta di commenti e curiosi tra Skype ed iChat. Ma sicuramente ne vale la pena :)

venerdì, gennaio 12, 2007

Pazienza e impegno

Chiudo questa settimana di bloggin' segnalandovi un breve ma illuminante articolo di Marco Freccero, che si è focalizzato sui passi falsi più comuni compiuti da chi si accinge a conquistare il proprio spazio vitale sul web.

Pazienza e impegno

giovedì, gennaio 11, 2007

Un anno di Internet raccontato da Nòva



A volte le idee migliori vengono alle tre del mattino, a me capita spesso così. Altre volte ti balzano in testa mentre corri in moto. A Lele è andata così. Se poi, come lui, avete nel vostro entourage gente del web 2.0 che conta con cui confrontarvi allora può venire fuori qualcosa di interessante davvero. Al punto da catturare l'attenzione di Luca de Biase e farne un format per Nòva de Il Sole 24 ore. Ecco la prima puntata di quell'idea nata a 180 km all'ora, che sintetizza un anno intensamente vissuto di Internet.

Non mi resta che augurare a Lele e alla redazione di Nova un grande in bocca al lupo per le prossime puntate!

Quanto vale il tuo blog?

Puoi soddisfare questa curiosità cliccando qui.

Pare che Net Sourcer abbia conseguito un notevole aumento di valore nelle ultime settimane, passando da circa 1.800 ad oltre 5.000 dollari di valore. Sarà merito dei link su digg?

Per saperne di più riguardo le metodologie di calcolo del valore del vostro blog seguite questo link.

Il primo che riesce a vendere il proprio blog, mi scriva che ne facciamo una case history :)

lunedì, gennaio 08, 2007

Finally found



Dopo mesi di ricerca on line, coadiuvato dalla fida Ci alla fine le ho trovate nel negozio dietro casa, inaspettatamente. Disponibili in unico numero, il mio. In saldo :)

lunedì, gennaio 01, 2007

Blog che rendono

Con l'inizio del nuovo anno, per curiosità, ho voluto fare due conti in tasca a questo blog e renderli pubblici. Il tutto, per dimostrare che Google AdSense funziona e non è la solita fregatura, la solita trovata da concessionaria di adv che paga un'inezia sfruttando pagine con contenuti di qualità. E quindi merita un elogio.



Ma andiamo subito alle cifre.

Nel 2006, ho pubblicato esattamente 72 post. Questo blog ha avuto una media di 25 visitatori al giorno che, su base annua, fa circa 9.000 utenti. Le pagine viste, sono state circa 15.000. I ricavi netti del 2006 si sono attestati a quota 350 dollari circa.

Ciò significa un rendimento di 4,90 dollari per post. E di circa 2,3 centesimi per pagina vista o 23 dollari per 1.000 impressions. Cifre da bolla dot.com. Ma tant'è.

Ho ricevuto regolarmente i pagamenti in due tranche mediante bonifico bancario, attendo la terza. Unica pecca, ma qui non è colpa di Google, la forza relativa dell'euro nei confronti del dollaro, che ha fatto diventare quei 350 dollari circa 280 euro. La cifra, in valore assoluto, non può essere considerata neanche come l'arrotondamento di uno stipendio da lavoro part time. Tuttavia, pesiamola per quello che vale. Questo blog non è nato per scopo commerciale, il suo fine non è quello di fare utili con i banner. Sarà linkato si e no da 15-20 altri blog e ha un traffico quotidiano alquanto risibile. Eppure rende e, senza particolare dedizione ad esso in termini di tempo, ha reso una cifretta che può coprire il canone annuo di una ADSL di alto profilo o, come mi piace dire, "mi ha offerto un caffè al giorno".

Prima di Google Adsense, avere uno spazio web era un costo (canone annuo dell'hosting)oppure bisognava giungere al compromesso "banner in cambio di spazio". Oggi, non solo si può avere uno spazio web gratis, con tanto di CMS avanzato, ma tutto ciò che ha un valore può essere messo a resa. L'utente web è sia produttore che consumatore, in una parola, prosumer. Questa è l'era dell'accesso, questo è parte del web 2.0, questo è il concetto che sta alla base di Second Life. Ma ne parlerò un'altra volta, che stanno tagliando il pandoro.


Buon 2007 a tutti.