Net Sourcer

Il blog di Alessandro Palmisano



sabato, novembre 25, 2006

Il mio ultimo investimento

Un centinaio di dollari investiti in 5 libri. Rigorosamente presi su Amazon. Un investimento in conoscenza. Non si tratta di libri altamente disponibili, pertanto la delivery è prevista per la seconda metà dicembre. Così, durante il periodo delle feste natalizie, invece che studiare per dare quegli ultimi 8 noiosi (6 di cui inutili) esami che ho indietro, mi tuffo nel mondo dei leveraged buy-out e della finanza straordinaria. Non sotto il punto di vista strettamente tecnico dei bilanci o delle analisi fondamentali, ma mediante libri che hanno un taglio pragmatico, denso di case histories.



Tra i miei acquisti di stanotte nel cart, un classico della letteratura di Wall Street: "Barbarians at the Gate: the Fall of RJR Nabisco", che tratta in modo avvincente della scalata più onerosa della storia da parte di raiders finanziari, contrapposti ai manager che di tutto fanno pur di evitare l'OPA. Invano. Chi ha apprezzato film come "Wall Street" di Oliver Stone non può mancare di acquistarlo; tra l'altro ne hanno ricavato anche un film omonimo.

Gandalf.it lo recensice cosi':

"E’ affascinante come un romanzo di avventure ma racconta con lucida crudeltà una storia vera, la battaglia finanziaria nel 1988 per il controllo della RJR-Nabisco (la più grossa operazione nel periodo più intenso della “finanza selvaggia”). Un libro che dovrebbe essere fra i testi base in tutte le scuole di economia, e invece è seminascosto perché dice troppe fastidiose verità".


Da Repubblica on line, archivio:

"Fu un successo editoriale inaspettato per un libro di finanza: scritto con piglio giornalistico da due reporter del Wall Street Journal, Barbarians at the gate, ricostruisce l’attacco della Kohlberg Kravis Roberts alla Nabisco nella primavera del 1988. Un takeover ostile da 25 miliardi di dollari, che allora era la maggior fusione della storia: ebbe alla fine successo dopo una strenua resistenza da parte degli ‘attaccati’, e diventò un’epitome di un’era di grande spregiudicatezza e determinazione a Wall Street. La Nabisco, multinazionale degli alimentari e del tabacco, fu ‘sottratta’ alla Borsa e quindi rivenduta a pezzi per finanziare l’attacco, che era stato condotto in massima parte prendendo soldi a credito. Alcune piccole parti del gruppo sono tuttora in carico alla Kkr, che comunque ha realizzato un cospicuo utile dall’operazione."


A complemento di questo libro, ho scelto anche "The new financial capitalists: Kohlberg Kravis Roberts and the Creation of Corporate Value". Gli stessi autori del colpo finanziario di cui sopra, hanno scritto un libro che pare annunciare molti dei retroscena dell'operazione. E chi ha letto e recensito il libro, gli ha conferito un giudizio da 5 stelle.

venerdì, novembre 24, 2006

Costi e ricavi.. volanti



Guardiamo questa rapida comparison tra costi, ricavi e margini di alcune delle principali compagnie aeree internazionali. Anzitutto, ciò che balza all'occhio immediatamente, è il fatto che la nostra compagnia di bandiera, sia l'unica in rosso. Ma lo sapevamo già. La cosa più interessante da notare è il fatto che Ryan Air, pur presentando il prezzo finale più basso in assoluto per l'utente, riesce ad essere più profittevole del 30% circa rispetto alla Iberia. Con la differenza, che un biglietto con la compagnia ispanica costa, mediamente, più del triplo, rispetto a un posto su un volo con il leader del low-cost. Già, sono proprio i costi bassi di Ryan a permetterle di raggiungere una situazione win-win: la compagnia è in utile e i clienti beneficiano di un prezzo ultracompetitivo.

Alitalia ha costi superiori di oltre 5 volte rispetto a Ryan. Basterebbe ridurre i costi del 10% per portarla al pareggio. Con un taglio del 12% si assicurerebbe margini di profitto per oltre 4 euro a passeggero. Sarà così impossibile realizzare tutto ciò?

Questo è un caso dove mi auguro che il mercato ristabilisca l'efficienza. Il mio augurio è che lo Stato ceda la sua intera partecipazione ad un fondo di private equity, che lanci un'OPA, la delisti e che riesca a migliorare l'efficienza della società. E dopo 3-5 anni a la ricollochi in Borsa. Ma che sia poi un'azienda sana, con un giusto livello di debiti e che paghi dividendi agli azionisti.

Alitalia può tornare a volare.

mercoledì, novembre 22, 2006

Essere user-centrici

"Se considero l'utente solo un numero, mi preoccupo solo di grandi numeri.
Se penso all'utente come ad una persona, farò attenzione anche ai piccoli numeri."


È la conclusione di un interessante articolo di Marco Freccero che, sul suo blog, continua il suo viaggio tra divulgazione e web.

domenica, novembre 19, 2006

Festa di Yahoo


Bella questa festa, giovedì scorso. Parecchia gente e una location davvero fica, lo Spazio Strato, non lontano dalla sede di Yahoo Italia.

Alex, compro i calzini o le All Star fucsia per il vostro party; thanx per l'invito. Lele, ci vediamo allo Snow Party o a Torino ;) Ste, il tuo blog promette bene, sotto ad aggiornarlo!

mercoledì, novembre 08, 2006

Perché Apple è a rischio di scalata ostile

Apple, oggi, capitalizza circa 70 miliardi di dollari. Gli analisti calcolano che, circa metà di questo valore deriva dalla divisione iPod, che oltre ai lettori mp3, è centro di realizzazione e vendita di accessori e servizi musicali. E la provenienza del fatturato è li a dimostrarlo.

L'azionariato
Al momento non vi è alcun singolo azionista che detenga una cospicua maggioranza relativa delle azioni. Infatti Apple è una public company, una società ad azionariato diffuso. I tre principali shareholder, al 30 giugno 2006, risultano essere FMR Corporation (7,29%), AXA (7,26%) e Barclyas Global Investors UK Holding (4,82%). È fantafinanza, certo. Ma non è impossibile che un raider, una società ricca di liquidità oppure capace a indebitarsi fortemente, possa realizzare un leveraged buy-out su Apple. Un LBO è un'operazione che consiste nel lancio di un'offerta mirata acquisire la maggioranza assoluta delle azioni sul mercato, dopo aver costituito una società ad hoc per la scalata ed averla fortemente indebitata per pagare le azioni.

Lanciare un'offerta d'acquisto sul 50,1% di Apple, oggi,costerebbe
35,7 miliardi di dollari. Considerando il premio da riconoscere agli azionisti affinchè si convincano a cedere le azioni in OPA si arriva ad un costo totale di 41 miliardi di dollari.
Chiamiamo "Raider Holding" l'ipotetica società costituita per lanciare la scalata ad Apple. Ipotizziamo ora che l'acquisizione avvenga totalmente facendo ricorso al debito. Terminata la scalata, il nostro raider si troverà con, in attivo, il 50,1% azioni Apple e 41 mld debiti. Tanti, vanno ridotti: vediamo come.





Come ridurre i debiti: primo passo, la liquiditàApple ha in cassa, circa 9 mld di dollari di liquidità. Potrebbero essere distribuiti come dividendo straordinario agli azionisti. Così la Raider Inc. ne incassaerebbe circa 4,5 miliardi e porterebbe il debito a 36,5 mld. Il resto andrebbe agli altri azionisti di minoranza, pro quota.


Come ridurre i debiti: secondo passo, la divisione iPod

Come ho anticipato prima, metà del valore delle azioni Apple è imputabile alla divisione iPod. Perchè non quotare la iPod division al Nasdaq per valorizzarla ulteriormente? È noto, infatti, che al momento di spin-off e di conferimento di un'autonomia societaria, il valore delle divisioni aumenta. Considerando anche l'immagine di cui gode il player più popolare del mondo, risparmiatori, fondi e analisti, sono convinto che la valorizzerebbero non meno di 40 mld di dollari. Ipotizzando ora di effettuare un collocamento al Nasdaq del 45% delle azioni della divisione, si porterebbero nelle casse di Cupertino 18 miliardi di dollari.

Dopo questa operazione, "Raider Inc." deterrebbe il 50,1% di Apple, che a sua volta controllerebbe il 55% della divisione iPod. Il tutto, con un indebitamento di 10,5 miliardi di dollari.




Il cash flow di Apple è imponente. E gli utili netti non sono da meno: sottratti i costi per gli investimenti, ammortamenti e Ricerca & Sviluppo, attualmente Apple viaggia con utili trimestrali di oltre 450 milioni di dollari, che significa 1,8 miliardi di dollari all'anno. Largamente sufficienti per coprire il servizio del debito in termini di quota capitale ed interessi.

Apple è gestita egregiamente dal punto di vista economico-finanziario. Le sue riserve di liquidità ne sono prova tangibile. È chiaro che un'operazione di questo tipo, qualora fosse attuata, comporterebbe, nel lungo periodo una politica aziendale improntata alla spremitura degli asset, privilegiando il pagamento degli interessi sul debito rispetto ad aspetti più importanti per il cliente, quali il design dei prodotti e l'innovazione. Non auspico di certo una scalata di questo tipo, né tantomeno l'estromissione dell'attuale consiglio d'amministrazione.

Ho semplicemente voluto dimostrare, conti alla mano, che Apple è davvero a rischio scalata. Con un'operazione che consentirebbe, sia di mantenere in vita l'attuale struttura aziendale, che di remunerare l'eventuale raider. L'aspetto notevole è che, nella mia ipotesi ho esemplificato il caso di un raider effettui un'operazione di natura puramente finanziaria e senza alcun tipo di sinergia industriale. E, soprattutto, senza l'investimento di un dollaro. Provate ora ad ipotizzare che l'OPA venga lanciata da un operatore del settore hi-tech che sia interessato anche a partnership tecnologiche con Cupertino e che sia anche portatore di liquidità.
Vi renderete conto di quanto Apple sia a rischio di scalata ostile.

martedì, novembre 07, 2006

Guy Kawasaki dixit

Il mago del venture capitalism hi-tech propone un decalogo su come realizzare le proiezioni quando si ha a che fare con una dot-com nell'epoca del web 2.0.

Ecco la regola numero 7, che riporto in lingua originale, poiché una traduzione non ne lascia cogliere la sottile ironia. :)

"It may be acceptable to lose money on every unit for a time, but at some point you have to make money on every unit. And don’t count on Google to buy you out because “getting lucky” is not a viable strategy"


Fonte: The Art of Projections in a Dotcom 2.0 World

lunedì, novembre 06, 2006

Stickering: gli adesivi più visti a Milano - 3a parte



Rolling Stone, la nota rivista musicale, sembra aver avviato un'intensissima campagna basata sullo stickering. A Milano non c'è via dove non si possa incontrare uno di questi adesivi raffiguranti il cartello del senso unico, messaggio rafforzato dal pay-off "Your Way to rock&roll".

sabato, novembre 04, 2006

Markettari e markette

In corsivo, un articolo tratto da Repubblica on line.


"...Ma chi l’ha detto che i capi di Microsoft sono solo delle teste d’uovo elettroniche, tutti byte e software? Macché, sono anche dei geni del marketing. Sentite cos’hanno pensato. A fine gennaio inizierà la commercializzazione del nuovo sistema operativo Windows Vista, definito dagli addetti ai lavori ‘una svolta epocale’. «Insieme con il lancio di Office 2007, sarà il momento di maggior innovazione tecnologica di tutti i trent’anni di storia dell’azienda», conferma Marco Comastri, numero uno di Microsoft Italia..."

Addirittura? Dato che Tiger fa quello che fa Vista da un anno e mezzo, allora noi utenti Mac l'abbiamo già vissuta questa svolta epocale. Io però non me ne sono mica accorto.

"Il precedente sistema, Windows Xp, era stato lanciato sei anni fa, un’eternità in termini di hitech (salvo un aggiornamento solo per la parte sicurezza, chiamato Sp2, del 2004). Bene: se queste sono le premesse, chi mai andrà a comprarsi un ‘vecchio’ sistema operativo nelle poche settimane che mancano? Ecco quindi la trovata: il gruppo di Seattle offrirà un coupon («sarà una sorta di assicurazione», specifica Comastri) a chiunque acquisterà un pc equipaggiato con Windows Xp, che gli consentirà di effettuare l’upgranding a Vista appena questo sarà disponibile..."

È una politica, una prassi che Apple adotta da anni. Per ogni major release di Mac OS X.

"«Una società che aumenta le revenue dell’11% alla vigilia di un evento che rivoluzionerà tutto, mi sembra che possa essere considerata un’azienda affidabile», sottolinea Comastri..."

Le rivoluzioni, a volte sono represse nel sangue. E poi, il fatto che le revenue siano aumentate _prima_ dell'evento - presunto - rivoluzionario, non ci dice assolutamente che saliranno anche _dopo_. Ma in regime di monopolio, è scontato attendersi un flusso di ricavi costanti...

"...è diminuito considerevolmente il fatturato di quello che si può definire il ‘settore Internet tradizionale’, sostanzialmente gli abbonamenti a pagamento in un momento in cui tutti offrono la connessione gratuita. Ma il giro d’affari è considerevolmente salito in quella che è considerata la nuova frontiera del web, cioè la pubblicità online..."

Probabilmente il giornalista conosce Internet da ieri. Perché, a onor del vero, Internet ha vissuto il suo boom proprio grazie alla pubblicità on line, che consentiva ai portali di coprire i costi di gestione e, agli utenti, di avere accesso a una miriade di servizi in modo totalmente gratuito. Poi la bolla è scoppiata, l'advertisting ha iniziato a tirare di meno e allora ecco che alcune .com hanno cominciato a usare come business model quello degli abbonamenti.

Lettore, quando Repubblica parla di Microsoft, oltre a frasi sparate senza cognizione di causa, aspettati delle marchette. Sempre.

mercoledì, novembre 01, 2006

Stickering: gli adesivi più visti a Milano - 2a parte



Kijiji è un portale di annunci locali che mira ad utilizzare la Rete per favorire poi gli incontri off line a livello della propria zona. Kijiji significa infatti "villaggio" in lingua Swahili.Il tema degli annunci è vario, dalle compravendite immobiliari, alla ricerca di nuovi amici, passando per le sempreverdi proposte di lavoro.